Nei primi sei anni di matrimonio mai avevo voluto donare il mio buchino posteriore a mio marito. Non era la paura di provare dolore fisico, o la consapevolezza di effettuare « sesso estremo” a fermarmi, quanto l’atavico pensiero che mi portava a voler donare il mio culetto, mio marito ci aveva tentato parecchie volte, e sempre si era dovuto arrendere ad un mio netto rifiuto, all’epoca lavoravo come commessa e mi ero invaghita prendendomi una bella cotta di Pino, il mio titolare mi scopava divinamente. Ma un bel giorno mentre ero in bagno squilla il telefono.
« Ciao”
« Ciao Pino” rispondo con la voce un po’ emozionata.
« Ti voglio, non smetto di pensarti” rilancia d’un fiato.
« Anche io, sono già bagnata”
« Me lo sto prendendo i mano… ti prego toccati mentre stiamo al telefono”.
« Lo sto già facendo”, mento, mentre mi affretto ad infilare la mano sotto alla gonna. Con le nocche della mano sposto il raso delle mutandine e creo lo spazio per poter divaricare le labbra con indice e anulare, infilando velocemente il medio. Sono così bagnata che sento scivolare fino al polso gli umori.
« Brava, dovresti vedere come è diventata rossa la mia cappella e quanto c’è l’ho duro. Sto pensando al’altro giorno, alla tua lingua, a come me lo succhiavi bene. Sei troppo bella, mi fai impazzire”.
« Non sai quanto te lo vorrei succhiare, in questo momento, adoro la tua cappella”.
Trattengo il fiato per non alzare la voce, mio marito potrebbe rientrare da un momento al’altro. Sento che il respiro si rompe e l’orgasmo si avvicina. Mi sposto verso il lavandino e con la spalla sinistra appoggiata al muro osservo il mio riflesso nello specchio. Ho le guance arrossate e il volto stravolto, per un istante penso (se mi vedesse il cornuto sarebbe la fine).
I miei pensieri vengono interrotti da « sento i tuoi tacchi sopra di me”.
L’eccitazione riesplode annientando ogni altro pensiero, smascherando una natura depravata e viziosa. « Vorrei davvero infilzarti con i miei tacchi, bloccarti le mani a terra, accovacciarmi sulla tua faccia e masturbarmi facendoti colare tutto sulla faccia”.
« Cazzo cazzo …….Sissii cazzo sto venendo, sei proprio una moglie puttanella…”.
« Aspetta che adesso vengo anche io”, mi sono affrettata a rispondere, mentre premevo con le dita sul clitoride e le muovevo in piccoli cerchi concentrici.
Lo sentivo respirare dal’altra parte del telefono e col piede destro ho battuto il tacco due volte.
« Ti adoro”.
« Anche io” nemmeno il tempo di finire la frase che sento………..
Sissiiii sei una Puttana …..sei una Troia….. sono dietro la porta ed ho sentito tutto……….. Cielo mio marito gridai !
Non so come ho trovato la forza per sistemarmi, assumere l’espressione mediamente lugubre depressa che sembra avere una brava moglie casalinga standard e aprigli la porta del bagno posizionandomi a pecorina . Non credeva alle sue orecchie quando alzando un braccio in direzione del mio culetto e con la mano toccandomi le natiche, domandai semplicemente….. « lo vuoi? È il mio regalo di Corna.”
Mi sarebbe dispiaciuto se il mio regalo si fosse trasformato in una situazione dolorosa, o ancor più di rifiuto del mio cornuto.
Comunque sarebbe andata il dato ormai era tratto, e non mi rimaneva che portare avanti il mio intendimento di offrire il mio culo, al’uomo con cui due minuti prima cornificavo virtualmente . Lui capì al volo la situazione, e come per incanto nei suoi occhietti si risveglio quella luce birichina che vedevo ogni qual volta era al massimo dell’eccitazione corporale. Si slaccio la cinta e avvicinandosi abbassando i pantaloni mi sussurrò « non ti preoccupare Sissi farò piano”. Non riuscì a evitare di guardare il suo attrezzo che spiccava in mezzo alle sue gambe, con una grandezza che adesso mi sembrava impressionante. Il cornuto per mia fortuna non’ è « ben dotato”, una dotazione scarsotta come si dice dalle mie parti……… ma che in quel frangente mi sembrava impossibile da ospitare nel mio piccolo orifizio.
Al’improvviso si sputa sulla punta di indice e medio e mi lubrifica il culo , lui inginocchiato dietro di me, e immediatamente dopo senti la sua lingua iniziare a darsi da fare attorno al mio buchino. Per me erano tutte sensazioni nuove e cercavo di gustarmi ogni istante, ringraziando al contempo il mio uomo, anche se nel mio sub inconscio mi domandavo, non senza una punta di gelosia, dove avesse imparato le tecniche che stava usando su di me.
Non avevo tempo però in quel momento per le domande da moglie, volevo essere la femmina da letto che il mio uomo aveva sempre desiderato, e soprattutto volevo gustarmi quel’anale e soprattutto farmi perdonare . Lasciai perciò perdere i pensieri strani, e mi concentrai su quello che stava avvenendo. Essendo di spalle non vedevo nulla e le sensazioni che provavo erano del tutto nuove per me. Sentii il freddo del lubrificante che il mio uomo stava applicando tutto intorno al buchino. Inizialmente fu una sensazione fastidiosa, poi però il mio corpo si abituò e riavverti lo stimolo dell’eccitazione, che si faceva strada nel mio basso ventre. Improvvisamente senti nuovamente il dito farsi strada dentro il mio corpo, non avevo avvertito dolore e la sensazione era come di riempimento. Il dito inizio a muoversi al’interno del mio corpo, era un movimento lento e regolare, che non faceva altro che far salire la mia « temperatura interna”. Non avevo dolore per il momento, ma non provavo neppure quel piacere che alcune donne dicono di avvertire. Ero sicuramente eccitata, ma fino a quel momento era un eccitazione « normale”, e non certo da ricondurre al sesso anale. Improvvisamente il dito dentro di me raddoppio di larghezza, il mio lui aveva infatti introdotto anche l’anulare, e con quello stava allargandomi internamente il condotto, condotto che di li a poco avrebbe ospitato il suo cazzetto (per la mia figa) , ma per il mio culetto era una paurosa verga.
E finalmente il momento arrivò, senti le dita uscire e poi senti la punta del suo attrezzo posizionarsi sul buchino, attendevo l’entrata quando le mie orecchi sentirono per l’ennesima volta la domanda « vuoi veramente?”. Mi piacque la sensibilità di mio marito in quel momento, il mio uomo voleva accertarsi di non ferirmi, e io non volevo altro che donarmi a lui, dissi un « SI” roco di eccitazione e di voglia, che lo convinse ad entrare dentro di me. Sentii un leggero dolore ma niente di insopportabile, l’eccitazione crebbe però a dismisura, nel momento in cui il suo pene guadagnava centimetro dopo centimetro l’interno del mio corpo. Arrivo alla fine con un ultimo colpetto, e finalmente era tutto dentro il mio culetto.
Stette fermo qualche secondo e poi inizio il classico movimento di va e vieni, iniziavo ad avvertire piacere sia fisico che mentale. Quello mentale proveniva dalla situazione che stavo vivendo, il fisico dettato dallo sfregare del cazzo del mio uomo sulla sottile parete che separa la vulva. Senza rendermene conto la mia mano andò a cercare il clitoride, mi toccavo seguendo il ritmo che il mio uomo aveva imposto alla cavalcata, mentre veloce ci infila dentro l’arnese, con due spinte, senza darmi il tempo di fiatare ,credevo mi avrebbe fatto male, che avrei sentito quel dolore transitorio alla bocca dello stomaco che si irradia fino agli arti, bloccandomi il respiro prima dell’orgasmo paralizzante.
Invece no, ero finalmente sverginata, ero finalmente aperta, desiderosa di fagocitare quel pene duro e mi sono lasciata andare subito, un po’ a novanta, con la schiena inarcata in modo innaturale.
« Sculacciami” ho implorato……………. Con la coda dell’occhio ho osservato la sua reazione stupita.
Due colpi ben assestati sul mio culo rotondo.
« Ancora, più forte cornuto” ho sussurrato.
Puniscimi amore….punisci la tua puttana traditrice.
Altre due manate, un respiro, poi ancora schiaffi, mentre col cazzo affondava e affondava e affondava finché sentivo che stavo per avere un orgasmo travolgente e per qualche secondo smisi. Fu solo un attimo, il tempo di sentire la verga del mio uomo vibrare letteralmente dentro di me, avvertì che stava per raggiungere l’estasi, e iniziai nuovamente a toccarmi. Sentii lo schizzo colpire le mie viscere, e al’unisono l’orgasmo arrivò come se fosse una scarica elettrica, un orgasmo diverso da quello mai provato sino allora, sicuramente più intenso e molto più profondo.
Lui uscì e rimanemmo esausti qualche minuto, poi girandomi verso di lui gli sussurrai un grazie che mi veniva dal profondo del cuore, grazie per non aver fatto sceneggiate di gelosia , grazie per avermi fatto godere nonostante la rabbia di scoprirsi cornuto, ma soprattutto grazie per avermi fatto conoscere… il sesso anale.
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